In questo articolo scoprirai come siamo tutti collegati e come la scienza ha confermato il nostro collegamento con tutto e tutti, sotto e sopra di noi.

“È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa unica…”. Così è inciso nella “tavola di smeraldo” che pare sia il capolavoro umano di Ermete Trismegisto una figura leggendaria associata dai greci ad Ermete/Hermes, dio greco del logos e della comunicazione e dagli egizi a Thot, dio egizio delle lettere, dei numeri e della geometria. Ad Ermete Trismegisto furono attribuiti molti scritti iniziatici e filosofici come il “Corpus Hermeticum” ed i “Codici di Nag Hammadi”, una categoria di papiri contenenti incantesimi, procedure di iniziazione, suggerimenti, profezie, ecc.

Insomma questo Ermete la sapeva lunga, infatti, migliaia di anni dopo, la moderna fisica quantistica di oggi trova la conferma scientifica a questa sua frase emblematica dell’unione col tutto, che collega gli uni con gli altri e tutto ciò che esiste nella nostra terra ma anche, in proporzioni differenti, sopra di noi.

A tal proposito, un’altra conferma scientifica viene anche dall’astro-fisica e dall’astronomia che ha scoperto l'”energia oscura” e la “materia oscura”, due ipotetiche forme di energia non direttamente rilevabili e non equiparabili a niente di conosciuto, che sono diffuse omogeneamente nello spazio, occupandone addirittura il 95%.

Tali forme energetiche potrebbe servire all’espansione accelerata dell’universo e ad altri scopi ancora in fase di studio e ricerca. Questa densità di energia costante che riempie omogeneamente lo spazio tra stelle, pianeti e buchi neri sarebbe fisicamente l’equivalente dell’energia del vuoto. Un “vuoto pieno” che ricorda il concetto di “vacuità” del   Buddhismo il quale afferma che tutte le cose sono vuote di esistenza propria e pertanto tutto esiste non di per sé ma perché c’è una relazione con altro.

Lo conferma anche la fisica quantistica: la “teoria della vacuità” così come viene concepita dagli insegnamenti del Buddha è identica al modo che ha la fisica quantistica di concepire la realtà. Infatti il vuoto quantistico è composto da particelle interdipendenti in un intreccio unico chiamato “entanglement quantistico”, perciò gli oggetti, la materia sembrano esistere solo quando influenzano altri oggetti.

Le teorie della fisica quantistica dell’entanglement quantistico vengono confermate da esperimenti sorprendenti correlati anche di foto. Ad esempio: quando si allontanano tra loro due particelle come due coppie di ioni, quest’ultimi continuano a vibrare all’unisono anche quando sono separati tra loro nello spazio. Anche se molto lontane, ciascuna di esse funzionano come due palline connesse da una molla, che vibrano avanti e indietro in direzioni tra loro opposte.

Questa sperimentazione effettuata dai fisici del National Institute of Standards and Technology (NIST) ha dimostrato la possibilità di produrre e osservare il fenomeno dell’entanglement quantistico che Einstein definì come una sorta di “spaventosa azione a distanza”.

La sperimentazione, pubblicata sull’ultimo numero della rivista “Nature”, amplia le applicazioni di questo tipo di fenomeni, confermando sempre più la teoria che il microcosmo altro non è che un riflesso del macrocosmo. Il primo autore dell’articolo lo ha spiegato così: “Abbiamo indotto l’entanglement in un sistema in cui non era mai stato osservato, e si tratta di un sistema fisico oscillante che ha un corrispettivo nel mondo macroscopico”.

Nel film «Jurassic Park» di Steven Spielberg uno dei protagonisti, il matematico Ian Malcolm (Jeff Goldblum), usa questa metafora per spiegare il collegamento tra tutto e tutti: “Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia invece del Sole”.

Dunque, le nostre azioni, le nostre scelte, il nostro stato d’animo e anche i nostri pensieri possono alterare a distanza lo stato d’essere di un altro essere vivente. E non solo…anche tutto ciò che sta nello spazio può farci vibrare nella medesima maniera e viceversa.

Un po’ come se vivessimo tutti nella stessa casa, ognuno nella propria stanzetta senza porta. Ogni stanza comunica con tutte le altre e, se qualcuno puzza, l’odore si sente, magari poco, ma si sente. Pertanto, cominciamo, in primis noi, a non puzzare, coi nostri pensieri e con le nostre azioni. Sarà come se aprissimo le finestre per “cambiare l’aria” della stanza e, in minima parte, anche quella della casa.

Siamo dunque tutti collegati da ciò che chiamiamo “aria” ma che in realtà non è semplicemente una miscela composta di azoto, ossigeno, argon, vapore, anidride carbonica e altri componenti, bensì l’aria è anche quell’energia/materia oscura che permette la vita, la relazione, la comunicazione ed il passaggio di informazioni tra tutti gli esseri viventi sotto e sopra di noi.

Pensiamoci la prossima volta prima d’incazzarci!

Tratto dal libro RIPROGRamati di Paolo de Lorenzis