In questo articolo ti parlerò degli effetti delle religioni nell’essere umano e della mia esperienza personale tra le varie religioni.
La mia vita è stata piena di religiosità. Ho fatto un percorso a staffetta di religione in religione alla ricerca di sollievo, di risposte, di serenità, di pace e l’ho cercato per molti, molti anni.
Ogni volta “usavo” la mia devozione religiosa per tutti i miei sogni, i miei progetti, le mie speranze, per una vita migliore per me e per le persone che amavo, praticavo anche per un mondo più sano e felice per tutti.
Ho spaziato tra l’islamismo dei sufi, i buddisti di Nichiren, gli viṣṇuiti/kṛṣṇaiti degli Hari Krishna, la fratellanza Induista dei Sai Baba, il cristianesimo impeccabile dei Francescani o quello esoterico dei medium brasiliani oppure tra la marianità dei “Medjugoriani” ed il cattolicesimo tradizionale insegnatomi fin da bambino dalla dottrina scolastica o da mia nonna che mi portava a messa quando non sapevo ancora parlare.
Un percorso che mi ha arricchito e sicuramente aperto mentalmente. Ho conosciuto il “dietro le quinte” dei movimenti e dei religiosi: i loro vizi e le virtù, l’arroganza e l’umiltà, la tolleranza e anche il loro fanatismo. Da tutti loro ho preso il meglio e lasciato il peggio e, ad oggi, uso ancora alcuni “strumenti” presi qua e là che mi sono rimasti “appiccicati” ma lo faccio con una consapevolezza nuova e a modo mio, infatti, non è per me aderire e seguire, né fare senza capire.
Mi sono accorto anche in questo mio “pellegrinaggio” di religione in religione che i miei fratelli di fede, erano tutti come me, alla ricerca della pace e della felicità e che il comune denominatore per tutti era la ricerca di un vero Benessere.
Effettivamente recitare un mantra o una preghiera o qualsiasi pratica religiosa porta molto spesso ad un aumento dello stato di benessere, un po’ come prendere una pastiglia per il mal di testa, senza risolverne però la causa, o come “farsi” di oppiacei che, è stato dimostrato, il nostro stesso corpo produce durante una pratica religiosa.
Ma come tutte le pastiglie o le droghe non sono la soluzione dei nostri problemi, anzi ne creano degli altri con annessi effetti collaterali.
Allora, pur prendendo le distanze dal personaggio, ho condiviso l’affermazione più spesso parafrasata del filosofo e critico dell’economia politica Karl Marx: “La religione è l’oppio dei popoli”.
Strada facendo mi sono fatto anche una domanda: ma se chi si avvicina alle religioni è alla ricerca di trovare una soluzione ai turbamenti della propria esistenza, perché mai la religione dovrebbe risolvere i problemi dell’umanità visto che proprio i problemi sono il veicolo con cui la religione ottiene il successo che ha?
Per essere più chiaro ti faccio un esempio: se all’interno di un’associazione per la ricerca della cura del cancro finalmente qualche ricercatore dovesse trovare la cura, che cosa succederebbe a quell’associazione? Ovviamente non avrebbe più ragione di esistere visto che avrebbe raggiunto il suo scopo statutario e con essa finirebbe anche tutto quell’indotto economico che veniva distribuito in stipendi o proventi al personale che ruotava direttamente o indirettamente attorno all’associazione, dunque perché mai trovare la cura per il cancro?
Ma per tornare al tema delle religioni, che fine farebbero tutti i religiosi, le chiese, i tempi, i santuari, i sacerdoti, le suore, i monaci, i praticanti e tutti coloro che ruotano attorno ad un movimento religioso, da chi vende santini o candele a chi fa le pulizie nei locali adibiti a preghiera? Disoccupati? Cassa integrazione?
E per chi ripone nella propria religione l’unica ragione della propria esistenza sarebbe drammatico non aver più uno scopo nella propria vita.
E se i fedeli raggiungessero tutti le loro aspirazioni, non avrebbero più nessun motivo di pregare Dio.
Per non parlare di una fetta di praticanti che vedono nella propria sofferenza una virtù, come se le “stigmate emotive” ti rendessero più vicino a Dio, un ego spirituale che ti porta a sentirti il migliore nel tuo martirio.
Dunque per quale motivo i “capi” di tutto ciò dovrebbero darti la pillola magica che ti può rendere felice e pieno di benessere se, alla fin fine, si creerebbero tanti disoccupati e frustrati?
Dunque ben vengano chiese e templi, monaci e sacerdoti almeno finchè l’essere umano vuole essere una pecora che bela continuamente, piuttosto che un pastore che dirige la propria vita usando le pratiche meditative, comuni in ogni religione, per ritrovare il vero Dio dentro di sé ed avere così una possibilità di creare, nella sua vita, ciò che desidera sperimentare, così come solo un Dio sa fare.