La società attorno a noi ci ha condizionato fin da piccoli con frasi appositamente studiate per tarparci le ali della creatività, della libertà, del successo, dell’abbondanza e renderci un profilo basso manipolabile da chi ha tutto l’interesse di renderci dei burattini.
Vediamo alcune di queste frasi che la tradizione popolare ci ha tramandato:
«Fidarsi è bene non fidarsi è meglio» un inno alla sfiducia che si è radicato in noi e che semina nella nostra mente la paura dell’altro, la paura di soffrire e di subire delle conseguenze se ci fidiamo della vita. Ecco dunque che abbiamo messo, chi più, chi meno, uno scudo invisibile davanti a noi che usiamo per proteggerci da un nemico immaginario ed ipotetico, uno scudo che ci rende però freddi e aggressivi e che ci porta a vedere nemici e insidie anche dove non ci sono.
«Mai lasciare la strada vecchia per la nuova» come metterti la paura del cambiamento con una banale frase. Spesso mi chiedono come distinguere, in mezzo al frastuono della nostra mente, la ‘’vocina’’ del nostro istinto, quella parte saggia e premonitrice che c’è in ognuno di noi e che non sbaglia mai. La risposta è semplice: l’intuizione è spesso il contrario di ciò che pensiamo e del nostro comune modo di ragionare, è in antitesi con la nostra morale e con le convenzioni sociali. Ma quando una ‘’vocina’’ così scomoda ci suggerisce di cambiare strada, lavoro, amicizia, moroso ecc. non l’ascoltiamo perché ci destabilizza. Abbiamo infatti creato anche nella nostra sofferenza una pseudo stabilità che ci da una certezza, magari quella di soffrire ma è pur sempre una certezza. Una zona confort creata su di una palafitta sopra una palude putrida e puzzolente.
«Guadagnerai il pane col sudore della tua fronte» una frase biblica che ti insegna a dover fare fatica per aver poco invece che insegnarti a fare minor sforzo per avere massimi risultati. Mamma mia!!! Terribile! «Chi non lavoraaaa, non fa l’amoreeee» cantava Adriano Celentano, a confermare che chi fatica verrà premiato. E’ così ci siamo inguaiati in lavori pochi remunerativi ma molto faticosi, impegnando gran parte del tempo che abbiamo a disposizione in questa vita col duro lavoro. E così se avremo la fortuna di vivere fino a 80 anni ci ritroveremo ad aver lavorato l’ammontare di ore e giorni consecutivi pari a circa 15 anni della nostra vita. Una mole di tempo enorme rispetto al tempo che mediamente passiamo a far sesso che è circa 7 mesi della nostra vita o a circa un anno che passiamo a leggere dei libri. Quest’ultime sono ovviamente stime approssimative che ti auguro di sforare in eccesso. Alla luce di ciò, ti consiglio di infrangere questo condizionamento nocivo: «ti guadagnerai il pane col sudore della tua fronte», con uno nuovo: «minor fatica, massimo risultato».
«L’erba voglio cresce solo nel giardino del re» con questo insegnamento, che io ricordo di aver sentito centinaia di volte quand’ero bambino, ci hanno insegnato a non desiderare, a non volere, a non pretendere niente, come se nulla ci spettasse di diritto. Una remissione obbligatoria, se non sei un re o una regina, che ti costringe a restare nelle tue miserie, a non chiedere mai nulla, ad accontentarti delle briciole avanzate. Io invece sono convinto che ci sarebbe abbondanza e ricchezza per tutti se solo volessimo e sapessimo come accederci. Credo che noi tutti siamo tutti re e regine perché in quanto figli di Dio apparteniamo ad una dinastia regale.
«Il riso abbonda nella bocca degli stolti» questo modo di dire è terribile. Associare la risata alla stupidità e alla stoltezza come un gesto frivolo e superficiale che non si addice ad una persona intelligente ci spinge ad associare la serietà ad una virtù spingendoci a farci diventare tutti tristi, freddi e austeri. Molti studi scientifici affermano invece che ridere può essere utile per aumentare la produzione nel corpo di ’’endorfine’’, le sostanze simili alla morfina che calmano il dolore e che combattono lo stress. Ridere può anche aiutare a migliorare il nostro atteggiamento positivo nei confronti delle avversità; Può migliorare il nostro sistema immunitario, influire sulla circolazione del sangue aiutando così a ridurre il rischio di malattie cardiache; migliorare e prevenire la depressione. Può inoltre vitalizzare i muscoli della faccia ed energizzare mente e corpo.
E queste sono solo alcune delle frasi che abbiamo sentito fin da piccoli.
Ma tu ora potresti dirmi: «io non penso assolutamente che tutto questo sia da seguire». Mi dispiace deluderti ma ciò che pensi conta poco o niente! Ciò che veramente determinante per il risultato finale è ciò che “pensa” il tuo inconscio.
Ad esempio: se fin da piccoli il comune modo di pensare delle persone che ci vivevano accanto era che il denaro è sporco e che tutti i ricchi sono disonesti o ladri, queste “informazioni” porteranno il nostro inconscio ad abbinare in maniera molto elementare le analogie:
-Povero e Povertà = Bontà e Rettitudine = Premio = Felicità
-Ricchi e Ricchezza = Cattiveria e Disonestà = Castigo = Infelicità
Ti faccio un esempio personale per farti capire come funziona il «pensiero» dell’inconscio: io ho sempre pensato che il denaro fosse importante e ho sempre lavorato molto per averne in abbondanza per avere una vita migliore. Fin da piccolo però, ho sentito associare il denaro alla disonestà e la ricchezza all’avidità e all’avarizia.
Pur sapendo che questa generalizzazione fosse sbagliata, comunque la conclusione pratica è stata quella di non attrarre il denaro e, qualsiasi evento anche apparentemente casuale, finiva per farmi perdere soldi e tutto questo accadeva anche se la mia mente razionale desiderava la ricchezza.
Detto questo mi dispiace darti un’altra brutta notizia: questo concetto vale anche per qualsiasi altro aspetto della nostra vita e se ciò che desideri si scontra con i condizionamenti della tua parte inconscia quest’ultima l’avrà vinta. Come fare dunque?
Ho una buona notizia: è possibile cambiare la “programmazione” con alcune strategie come quelle che troverai all’interno del percorso “RIPROGRamati”.
Cambia dunque per cambiare il mondo e renderlo un posto migliore.