In questo articolo scoprirai la storia del peperoncino, le sue innumerevoli proprietà, le curiosità e le avvertenze per l’uso di questo “caliente” vegetale.

LA STORIA PICCANTE DEL PEPERONCINO

La storia del peperoncino rosso piccante è, se vogliamo, antichissima e nello stesso tempo relativamente recente. Rinvenimenti archeologici avvenuti in Messico testimoniano che il peperoncino selvatico piccante veniva consumato già 9.000 anni or sono, mentre la sua coltivazione, sempre in Messico, sembra risalire a oltre 5.000 anni prima di Cristo. Ben più recente è stata la sua introduzione in occidente, agli inizi del 1493 ad opera di Bartolomeo de Las Casas che ne parla nel giornale di bordo della prima spedizione atlantica di Cristoforo Colombo. Così, poco tempo dopo, il peperoncino piccante meritò l’attributo di “droga di tutti” o, più significativamente, di “droga dei poveri”. Del resto il suo particolare aroma riusciva, ad un prezzo praticamente nullo, a insaporire anche le mense più povere, al punto che pietanze dal sapore insignificante trovavano nel peperoncino un momento di esaltazione e, quindi, anche di appetibilità. Questa proprietà, unita a quella di conservante naturale, hanno contribuito in maniera determinante a far sì che oggi il peperoncino piccante sia, dopo il sale marino, il condimento più diffuso nel mondo.

LE PROPRIETA’ DEL PEPERONCINO

Il peperoncino rosso, e con questo termine comprendiamo diverse varietà che differiscono tra loro per dimensione e forma del frutto, presenta nella sua composizione diverse sostanze attive. Tra queste ricordiamo le vitamine C, PP, B, .A, E, K. .Oltre a vitamine, il peperoncino contiene numerose altre sostanze, tra le quali ricordiamo la capsicina (che conferisce al peperoncino il caratteristico sapore piccante), la capsantina, diversi sali e oligoelementì naturali, olio essenziale e lecitina, quest’ultima contenuta in modo particolare nei semi. Di tutte queste sostanze citate, particolarmente importante risulta il contenuto di vitamina C, la quale, tra le molte funzioni positive svolte nell’organismo umano, ha anche un ruolo importante nella difesa contro le infezioni. La capsicina (capsaicina) sviluppa la sua funzione principale influendo sulla circolazione periferica del sangue e sui ricettori periferici nervosi. Essa stimola la circolazione sanguigna e causa sulla pelle e mucose arrossamenti proporzionali alla sua concentrazione. Ovviamente dosi elevate di capsicina possono causare arrossamenti e bruciori, oltre ad altre conseguenze negative. Ingerita, la capsicina, sollecita una maggiore secrezione sia di enzimi digestivi che di muco protettivo della mucosa, giustificando in tal modo alcuni degli effetti positivi (combatte difficoltà digestive e scarso appetito) attribuiti dalla cultura popolare all’uso del peperoncino piccante come condimento delle pietanze. Ovviamente è controindicato nei casi di acidità di stomaco e gastriti erosive o ulcerose.  Particolarmente interessante, tra l’altro, è il riscontro positivo che il suo uso sembra avere sulle affezioni cardiocircolatorie. Sembra, infatti, che il peperoncino oltre a stimolare la circolazione sanguigna, solleciti la funzione vasodilatatrice, renda elastici i capillari sanguigni, regoli la tensione arteriosa provocando una positiva serie di situazioni vascolari. Al proposito si è riscontrato che nelle regioni in cui è diffuso il suo uso, malattie come l’arteriosclerosi, l’eccesso di colesterolo, gli infarti siano più limitate. Le vene varicose, pare, possano venire ridotte e in certi casi scomparire con l’assunzione regolare di peperoncino. La stessa calvizie sembra limitata tra gli abituali consumatori di peperoncino; il fatto è ancora una volta attribuito alla mobilità sanguigna che esso susciterebbe nei confronti dei capillari del bulbo capillifero. Il peperoncino proprio perché stimola la vasodilatazione periferica si caratterizza come un cibo afrodisiaco, aumentando l’afflusso di sangue a gli organi genitali. Da questo punto di vista possiamo dire che il peperoncino è uno di quei cibi per cui le sue proprietà afrodisiache sono dimostrabili anche a livello scientifico. Infine si attribuiscono alle sue proprietà antiossidanti l’impedimento alle feci di putrefarsi. Questo rallentamento delle fermentazioni dannose sembra prevenire lo sviluppo di manifestazioni cancerose a livello dell’apparato digerente. Esternamente l’applicazione in soluzione alcolica o oleosa del peperoncino pare risulti di un certo giovamento nel caso di ulcere, reumatismi, artrosi e lombaggini, soprattutto per le proprietà revulsive e rubefacenti dimostrate dalla capsicina.

EFFETTI DANNOSI E DOSI DEL PEPERONCINO

Ricordiamo, per inciso, che il peperoncino non va mai, comunque assunto in dosi elevate. La quantità giornaliera ideale varia da soggetto a soggetto. Un celebre studioso, come è Jean Valnet in “Fitoterapia.. .Cura della malattie con le piante.”., .individua come dosi orali tollerabili: da 0,30 a 1 g al giorno di peperoncino in polvere e da 1 a 4 g al giorno in una pozione sotto forma di tintura alcolica. Un consumo superiore a queste dosi, secondo lo studioso, può causare diversi disturbi. In ogni caso è consigliabile intraprendere l’uso del peperoncino a scopo terapeutico in dosi minime e solo dietro consiglio del proprio medico. 

Tratto da: “Peperoncino rosso” Gianni Modenese

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *