4′ di lettura

“Basta ’a salute e un par de scarpe nove, poi girà tutto er monno…” così dice la strofa di una famosa canzone. A me vengono in mente le mie scarpe da ginnastica che ho da vent’anni e che non riesco a mettere da parte per sostituirle con un paio di nuove!

Mi viene anche in mente quand’ero piccino e nessuno mi comprava nulla perché le “donazioni” degli altri arrivavano copiose e così ho sempre indossato dalla testa ai piedi abiti e scarpe di seconda mano che poi diventavano i miei preferiti e restavano con me per decine di anni.

Sarà perché nella mia vita sono andato a comprarmi ben poche cose perché provengo da una famiglia povera e quando ho potuto permettermelo non sono riuscito a gettare via ciò che faceva il suo buon uso. Oppure perché ho sempre intuito che c’era qualcosa di nocivo in quei centri commerciali che mi facevano sempre venire il mal di testa.

Sarà per una cosa o per l’altra, ciò che è certo è che io ed il consumismo non abbiamo mai parlato la stessa lingua.

Mi sento più vicino ad un certo “sconsumismo” che non significa essere poveri e non potersi permettere di comprare nulla, bensì non essere attratto fatalmente e irresistibilmente dallo stimolo a comprare sempre qualcosa di nuovo: oggetti, vestiti, orologi, scarpe, auto, ecc.

Non voglio demonizzare il consumismo ma riflettere su ciò che questo fenomeno comporta: spendere ad oltranza ci obbliga a lavorare sempre di più, ci impegna per l’intera giornata e per gran parte della nostra vita, riducendo il nostro tempo libero.

Il peggior effetto del consumismo è lo spendere il nostro tempo, oltre ai nostri soldi.

Questa privazione ci toglie la possibilità di fare le cose che amiamo che paradossalmente sono quasi tutte gratuite: riposare, stare in mezzo alla natura, giocare, stare con la famiglia, coltivare hobby e passioni.

Per questo siamo spesso stanchi ed infelici: viviamo ma non siamo nella vita e ci alziamo ogni giorno per andare a lavorare con un senso di fastidio, costrizione e inutilità.

Perciò, a meno che tu non faccia il lavoro che hai sposato in pieno e nel contempo ti dia anche tanto tempo libero, l’unica soluzione per uscire dalla ruota del criceto e vivere “sconsumisticamente”.

Lo “sconsumismo” è un detox, ti disintossica dal consumismo che è come una droga, che crea una specie di dipendenza. Infatti, chi ha provato a smettere di comprare dice che inizialmente si prova una certa sofferenza, qualcosa di molto simile all’astinenza e vengono tutte le “voglie”: si vorrebbe subito uscire a cena, cambiare telefono per l’ennesima volta, comprarsi quel 100esimo vestito, quelle scarpe da mettere sull’armadio insieme alle altre decine, quell’ennesima borsa e tutto quello che vediamo sugli schermi del nostro pc, del cellulare o della televisione.

Non è facile resistere anche perchè vaghiamo ogni giorno, per ore su questo mare di offerte stimolanti, un mare pieno di insidie, in cui le aziende pescano i poveri pesci con la bocca piena di soldi.

Infatti, “la pubblicità ha il compito di indurre la gente a comperare delle cose di cui non ha bisogno, con denaro che non ha, per impressionare altre persone che non conosce” così dice l’esperto di marketing Danilo Arlenghi.

A conferma di ciò i dati* ci dicono che nel 2021 rispetto all’anno precedente gli italiani hanno speso per la casa ed il comfort domestico +15,5% (friggitrici +147,8% dato inquietante che mi riservo di commentare in un’altra occasione) e per l’elettronica di consumo +38% (cellulari, orologi, occhiali smart e altri dispositivi indossabili +65,2%, device e videogiochi + 35,1%, tablet +29,9%).

Dunque, non è semplice uscire dalla ruota del criceto. Per non essere più schiavi del consumismo, bisogna decidere di cambiare, riuscire ad andare oltre, tenere duro e superare le difficoltà iniziali per vedere i primi risultati: si ritorna ad essere padroni di se stessi, si condiziona il sistema che avrà sempre meno burattini.

Lo “sconsumismo” è una soluzione semplice per molti dei mali che oggi affliggono la nostra società, è anche una vera ed efficace protesta contro il sistema che ci manipola, è una soluzione ecologica ai malanni del nostro pianeta e, abbracciando questa nuova filosofia di vita, si riscopre anche la gioia di vivere, la libertà, la vera felicità per ciò che abbiamo.

Paolo

“Cambia per cambiare il mondo”

Tratto dal libro di Paolo de Lorenzis: “RIPROGRamati”

*fonte dati: https://www.wired.it/article/spesa-italia-consumi-ecommerce-tecnologia/